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E i seni azzurri di Lara Lucaccioni – Macerata – 29 settembre 2009

presentazione libro MacerataMartedì 29 settembre, alle ore 21.30, avrà luogo agli Antichi Forni di Macerata la presentazione del libro “E i seni azzurri” di Lara Lucaccioni edito dalla Perronelab di Roma.

La presentazione, organizzata in collaborazione con l’associazione culturale Licenze Poetiche e con il patrocinio del Comune di Macerata, sarà introdotta dall’autrice Renata Morresi, che ha curato la prefazione dell’opera, e verrà accompagnata dalle musiche originali di Riccardo Minnucci.

Il luogo della sua poesia non è storico, ma interiore: è la stanza che sta tra la “pura mente e il sonno sotto”, tra l’eccesso di razionalità e di tecnologia e l’intorpidimento di chi vive inconsapevole. E’ il posto viscerale dove l’evento quotidiano di incontrarsi e cercarsi viene analizzato e drammatizzato. Anche nei suoi momenti più dolorosi, la parola è impastata di passione, mai reticente a darsi.” (Dalla prefazione di Renata Morresi).

Incipit

Anagrammo il tuo nome,
ne faccio combinazione, preghiera,
lo rendo palindromo, lo rovescio,
lo ascolto, lo viviseziono,
lo mordo a denti stretti, per fonema
fonema, lo annuso di terra.

Lo scrivo tra le pieghe della casa
a seminare fili nuova Arianna
ne diventa colata di memoria
di lettere marcate e stemmi e marchi
e scherzi della mente e poi amnesie
un mescolarsi di richieste e rese
e poi un ritrovarsi sempre ignoto
quando di scatto mi riscopro io
e altri te a sorprendermi di nuovo.

Risveglio

Troppo calda l’acqua stamattina
mi svapora nei pensieri secchi
di domande all’amo che mi pasce.
Sto aggrappata e il labbro si rigonfia
spingo l’occhio a domandare tregue
dallo specchio che scartella albe di me.
Respiro e non controllo, chiudo rughe
a mastice rappreso. Chiedo al gatto
pareri sulle scarpe rosse. Ed esco.

a E.

Smetto i panni dell’attesa
generale decisionista del letto
e Penelope fissa
finalmente altra da me.

Sciolgo i capelli e li consumo
protesi attive dei pensieri
e il risveglio è già dormire di nuovo
il braccio che cinge la vita
le gambe intrecciate a groviglio.
Dici che sei in ascolto
e non resta che immaginarti
nel silenzio tellurico
mentre tutto sembra annegare
come la luce che stordisce.

Si stringe la schiera delle domande
che non ti faccio che muoiono dentro
non sapere è la risposta più adatta
per sopravviverci e trasfigurare.

Solo la meraviglia ci consola
della sospensione cieca di noi
lo stare di un respiro solo nostro
la mano che mi sfiora e si ritrae;

me ne resto discreta a sorvegliarti
gli occhi a proteggerti senza pregare
tra la terra che pesa e ci sprofonda

noi galleggiamo lo stesso nell’aria
vinciamo i sorteggi col tempo ingordo
superstiti che contano le ore.

Se sapessi che è stato di quel sogno
che sognai, o che sogno aver sognato,
saprei tutte le cose.

J. L. Borges

a R.

Oggi è silenzio, solo bianco e carta,
ricordi corti dove si provava
la voce da telefono, le strisce
di senso che coglievo tra le risa

e un “bella” a indovinare il tempo e il sesso
sincronico di noi sere a venire.
Mi chiedo nuove prove di parole
per vedere se riesco a immaginare

quel che già è nella mia testa e resta
si fa dettaglio, pelle che si sfiora,
linee di nei come costellazioni

sguardi streganti, mente dirottata,
due tazze colazione e ancora il letto
lo stesso scivolare nella notte.

Chiedimi la cura delle lenzuola
caste, del pane che aspetta la lama,
del corpo cavo che lava l’abbraccio
nel censimento delle cicatrici.

Mi hanno offerto al banco delle risposte
a domande non formulate a fughe
di silenzi, come pensieri e colpe,
che mi svaporano e schiacciano ancora.

Perdona se vissi in pena,
e se poco ho gioito del sole.
Perdona, perdona quei troppi
scambiati per te.
A. Achmàtova

Anche il sentire distratto mi inganna
la notte che giunge di soprassalto
la voce di ieri che non ricordo
e il bianco imprevisto dei miei pensieri.

Ma tu arrivi e dichiari tutto il senso
squarci i dettagli mi riporti indietro
ritorno donna antica e mi ritrovo
corpo di fame a cui troppo è il digiuno.

E mi bevi di liquido bollente
a ghiacci sotto cenere i tuoi occhi
e giochi, il gatto e il topo, e non ho scampo,
solo un patto di carne ed aria e scatti
di altri bottoni ad asole sfilate
e gite fuori porta i pomeriggi
e notti a sollevare diecimila
veli di Maya ancora arroventati.

presentazione libro MacerataLara Lucaccioni, dottoressa di ricerca in Conservazione dei Beni culturali, vive a Macerata e lavora alla libreria Mondadori. Esponente del gruppo Licenze poetiche, di cui è cofondatrice, finalista al Premio Fiurlini 2008, vincitrice del premio di poesia indetto dall’associazione Tapirulan per il 2008 e della sezione “Opera di Poesia” della II edizione del concorso Fili di paroledella Giulio Perrone editore (2009), con “E i seni azzurri” Lara è al suo primo libro.

Info: 0733.2561

Scritto da Redazione

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