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Il “divin pittore” marchigiano Raffaello in Umbria

Fino al 6 gennaio nelle sale di palazzo Baldeschi a Perugia si svolge la mostra dedicata a Raffaello in Umbria, a metà tra il reale e il virtuale

Raffaello in Umbria

Fino al 6 gennaio si può assistere alla scena di un diverbio tra Raffaello e il suo maestro Pietro Vannucci o mentre disserta con il padre nelle sale di palazzo Baldeschi a Perugia. Luogo della mostra, a metà tra il reale e il virtuale.

Raffaello in Umbria e la sua eredità in Accademia è il percorso espositivo organizzato dalla Fondazione CariPerugia Arte insieme all’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia. L’iniziativa si inserisce fra le celebrazioni di Raffaello in Umbria e rientra fra gli appuntamenti  previste da “Perugia celebra Raffaello”.

La mostra allestita a Palazzo Baldeschi, in Corso Vannucci, è stata progettata in modo che i temi e le modalità di fruizione siano diversi ma complementari. Nello specifico il progetto si sviluppa attraverso due parti. Una prima sezione, a cura di Francesco Federico Mancini, è dedicata al periodo umbro di Raffaello. Vengono presentate attraverso videoproiezioni di carattere immersivo le opere realizzate in Umbria o per l’Umbria da Raffaello nel periodo compreso tra 1500 e 1504-1505. Il racconto multimediale intende effettuare alcuni affondi anche sulla parte documentaria, chiamando in causa materiali archivistici che parlano di Raffaello e del suo rapporto con l’Umbria, grazie alla collaborazione della Soprintendenza archivistica dell’Umbria e delle Marche e dell’Archivio di Stato di Perugia. Una piccola sezione è destinata anche ai tre artisti che ebbero una sicura influenza sulla formazione del giovane Raffaello: Perugino, Pinturicchio e Signorelli.

La seconda sezione, dal titolo L’Accademia di Belle Arti e Raffaello: da Minardi e Wicar al Novecento è organizzata dalla Fondazione Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” e curata da Alessandra Migliorati e Stefania Petrillo dell’Università degli Studi di Perugia, Saverio Ricci della Soprintendenza de L’Aquila, con il coordinamento di Giovanni Manuali.

Il percorso espositivo pone in luce come Perugia, insieme a Roma, grazie alla presenza di Tommaso Minardi che dell’Accademia fu direttore, sia stato un vero epicentro, un laboratorio del Purismo, il gusto che si diffonde nella produzione di dipinti sacri e nella grande decorazione anche profana.

La mostra è corredata da uno speciale catalogo “COVID free”, realizzato da Fabrizio Fabbri Editore con un innovativo sistema di stampa certificato capace di abbattere la carica batterica e alcuni tra i principali agenti microbici e fungini.

Scritto da Redazione

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